Gli “Amici degli Alpeggi e della Montagna” in assemblea a Soazza in Val Mesolcina (GR)
Assemblea AmAMont a Soazza in Val Mesolcina
Nell’ambito della assemblea annuale, l’Associazione AmAMont, mantenendo l’interessante tradizione del turno sia di eventi, sia delle assemblee fra Svizzera e Italia, quest’anno ha voluto visitare un’altra Valle del Grigione Italiano, cioè la Mesolcina dove operano alcuni suoi soci, fra i quali Oscar Gattoni a Soazza.
Molto apprezzata e ben frequentata l’assemblea AmAMont del 28.04.2013 a Soazza.
Malgrado una pioggia battente a dirotto i soci sono arrivati puntuali dalle diverse regioni dell’arco alpino, dal Piemonte, dal Trentino, dal Ticino, da Milano, Firenze… e dalla Valposchiavo, dalla Valcamonica, dalla Valtellina, dalla Valchiavenna…
Dopo i saluti e la presentazione dei partecipanti, il presidente Avv. Plinio Pianta, introducendo l’assemblea precisava che volutamente quest’anno si era preferito non svolgere un’assemblea/convegno monotematica, ma (oltre alle trattande statutarie) si è voluto passare in rassegna diverse problematiche inerenti le Valli di montagna/Montagna e Alpeggi.
→All’inizio quindi: due importanti relazioni introduttive su una questione centrale per AmAMont: quella del mantenimento e del recupero delle Terre Alte dall’inselvaticazione, dall’imboschimento dei suoi territori: cause e conseguenze dell’esodo/abbandono delle Terre Alte.
1) Il socio Gattoni, dopo il suo saluto di benvenuto, espone come l’abbandono degli alpeggi e della montagna, risp. l’esodo conseguente anche della sua valle di montagna, la Mesolcina, da una parte sia accaduto analogamente a quanto successo un po’ su tutto l’arco alpino con l’avvento del boom economico degli anni ’70 del secolo scorso in poi, cioè il progressivo abbandono delle Terre Alte dove il vivere era assai duro e precario andando a vivere nelle città… ma d’altra parte nella Val Mesolcina con la costruzione dell’importante arteria autostradale N13 che attraversa tutta la valle, il processo di abbandono della valle fu accelerato fortemente in quanto, chi poteva, lavorava per es. nelle città di Lugano e Bellinzona rientrando la sera o i fine settimana. Le conseguenze dell’abbandono dei territori furono in parte disastrosi lasciando di fatto quasi l’intero territorio all’incuria.
Di conseguenza Gattoni, a titolo quasi sperimentale di hobby, si ripropose di ripristinare almeno parte del territorio. A ciò si adattava in modo eccezionale l’introduzione delle mucche irlandesi/scozzesi highlander, già sperimentate in Ticino, per es. dal socio AmAMont ing.agr. Berardi, nel Malcantone… quindi poi per es. anche dal socio Mattei nella Val Maggia/Valle di Peccia. Con questa razza molto robusta e resistente anche alle intemperie egli iniziava una transumanza nella verticalità dei territori alpini – come nelle tradizioni del passato – ripristinando in modo greggio il territorio che così veniva reso accessibile anche a altre razze autoctone, per es. delle nostre mucche da latte. Per poter provvedere comunque al ripristino generale del territorio erano necessari e urgenti degli interventi dapprima di disboscamento, di ripristino dei terrazzamenti, ecc. .
2) A questo punto Gattoni dava la parola all’ing. forestale Luca Plozza, che già dall’inizio dei progetti ha avuto con lui una stretta collaborazione.
Plozza ha svolto un grande lavoro di recupero e gestione di territori abbandonati o rimboschiti dell’alta Mesolcina (per es. tutto il paese di Soazza che era completamente invaso da bosco e sterpaglia fino alle case).
L’ing. Plozza alla mano di un interessante power point descrive tutte le fasi di tali lavori, dagli inizi verso l’anno 2000 fino ad oggi, disboscando e dissodando i terreni coltivati di un tempo, rendendo agibili al pascolo buona parte delle selve castanili (quale bosco pascolato), rifacendo i muri a secco dei terrazzamenti prima esistenti, il tutto ca. per 40 ettari in collaborazione con gruppi di volontari (particolarmente derivanti dalla svizzera tedesca) e con altri agricoltori in loco che avevano dato il consenso al ripristino dei loro territori. Il tutto nei 10 anni apportava a svariati contributi degli enti statali, Confederazione e Cantone per quasi Fr. 500’000.—.
Il presidente AmAMont, dopo aver ringraziato sentitamente Gattoni e Plozza per questa eccezionale introduzione assembleare, quindi in una seconda parte, tramite diversi interventi sulla problematica della montagna illustrava due possibili aspetti di approccio realistico all’esperienza odierna sulle montagne dell’arco alpino, cioè sia alcuni aspetti rilevanti positivi e altri negativi:
→aspetti positivi: bellezza/ricchezza, risorse della montagna con relativi interventi di nostri soci:
Il Prof. Antonio Raschi, dell’università di Firenze espone il suo lavoro di ricerca svolto con una collega portoghese: La mancanza di corrispondenza fra il rurale reale e la ruralità promossa sulla visione oggi molto in voga e distorta di svariati operatori turistici che proclamano una natura ad es. incontaminata o un sogno di natura fatto di regola in gran parte solo di flora, biologia e animali selvatici, magari grandi predatori, senza nemmeno menzionare che esistono gli animali domestici che producono e che sono risorse p.es. di un agriturismo. Senz’altro si dovrà di nuovo imparare a vedere in modo corretto la realtà! Un importante esigenza educativa specialmente nei confronti della nuova generazione che veniva affrontata dal:
Prof. Luca Battaglini, Università di Torino: La necessità di “fare formazione in ambito pastorale” sull’esperienza reale/confronto con recenti esperienze, a confronto anche con diverse scuole agrarie della Francia.
Malgrado il detto che “pastori si nasce e non si diventa…” si sente sempre più la richiesta di “scuole per pastori”! così in Francia per es. l’esperienza di decenni di una tipica scuola già fondata negli anni ’30… L’école du Merle con corsi molto articolati e specifici a seconda delle esigenze.
Ma subentra una constatazione: il lavoro in azienda (per es. per figli di pastori) non manca e attira più della scuola! Comunque sempre più si comprende come sia importante una formazione per gli operatori del settore: oggi molte volte nell’era della tecnologia/cibertecnologia e globalizzazione con relativa comunicazione elettronica specie i giovani rischino di non più fare esperienza effettiva della realtà… ritenendo che la stessa possa essere semmai virtuale. Ma un conto è sporcarsi le mani con la terra… ma tutt’altra cosa e poco reale è tentare di manipolare la realtà con idee che da ultimo restano astrazioni e magari bolle di sapone!.
Giuseppe Caldera, Torino: presenta il suo libro/guida “Formaggi d’altura” con ben 175 esperienze reali di lavoro in alpeggio: di tutto l’arco alpino italiano dalle Alpi Marittime alla Carnia, passando per Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto. Un’opera /guida costituita da 175 schede che corrispondono ad altrettanti alpeggi divisi per provincia e vallata, dove si possono trovare tutte le indicazioni utili per una visita a questi coraggiosi produttori di montagna, custodi di antiche tradizioni e titolari di aggiornate tecniche di lavorazione del latte d’altura.
Ogni scheda, che corrisponde a un alpeggio selezionato e attentamente visitato, anche più volte, dall’Autore, contiene i dati dei titolari, la collocazione geografica (con riferimenti cartografici e coordinate satellitari), la tipologia di formaggi prodotti, la razza e il numero di animali presenti… nel frattempo il socio Caldera ha elaborato ulteriori 50 schede giungendo ad un totale di oltre 200 alpeggi.
→aspetti negativi: pericoli causati dall’uomo /minacce naturali…
La montagna può essere sottoposta particolarmente ai nostri tempi a svariati pericoli creati dall’uomo … pur partendo con i migliori propositi, per es. alcuni agricoltori/alpeggiatori rischiano di lasciarsi prendere dall’ossessiva nostra mentalità moderna del “sempre più profitto” (quasi come fosse l’unico scopo della vita!), non curanti magari delle condizioni del suolo (per maggior produzione usando per es. fertilizzanti o ancor peggio pesticidi…) non curanti delle particolarità del territorio ecc. .
C’è poi chi sfrutta o lascia sfruttare le montagne in modo insensato (per es. percorrendo sentieri per pedoni o ciclabili con dei motocross o con pratiche di eliski ecc.) ma d’altro canto non si possono nemmeno nascondere i pericoli naturali… fra i quali negli ultimi anni pure le minacce per es. di grandi predatori.
Una minaccia effettiva e molto reale è stata quella dell’avvento un anno fa dell’orso M13 in Valposchiavo.
Otmaro Beti, Poschiavo, Ct. Grigioni, socio AmAMont e in qualità di presidente dell’Associazione Territorio senza Grandi Predatori Valposchiavo (ATsenzaGP: www.atsenzagp.org) costituita a Poschiavo in data 16.03.2013. Questa esperienza ha dimostrato in modo palese alla popolazione residente cosa rappresenti un pericolo del genere, “una convivenza imposta/coatta”, non soltanto per agricoltori/alpeggiatori/apicoltori, ma per tutta la popolazione limitata nei suoi movimenti, cioè nella sua libertà al punto da chiedersi se sia pensabile la vita e la permanenza nelle nostre valli di montagna, come quella di Poschiavo coltivata in modo eccezionale in ogni luogo e nella verticalità pascolata fin sulle vette di 2500-2600 m e magari falciata anche oltre i 2000 m s.l.m., quando questo orso mette in serie difficoltà anche le più diverse attività, sia dell’artigianato, sia dei servizi, degli escursionisti/turismo, di un libero svago nei boschi, ecc..
Dopo l’intervento di AmAMont nei confronti del Governo in favore di parecchi suoi associati agricoltori/alpeggiatori, la popolazione della Valposchiavo , prendeva alla mano la questione, dapprima tramite un gruppo spontaneo e quindi, considerando la possibilità dell’avvento di grandi predatori futuri, decideva di costituire un’associazione a difesa dei cittadini.
Doro Vanza, Biasca, Ct. Ticino, presidente Associazione Svizzera contro Grandi Predatori e pure socio AmAMont fa un breve istoriato delle problematiche accadute nell’ultima decina d’anni con l’avvento specialmente dei lupi in diverse parte della Svizzera dapprima nel Canton Vallese quindi nei Cantoni Ticino e Grigioni illustrando pure quanto intrapreso nel passato.
A margine si svolgevano pure le trattande statutarie sia con la retrospettiva positiva dell’anno 2012, sia con la previsione per l’anno 2013.
Convocazione Assemblea AmAMont 2013
Segreteria AmAMont