Brusio, 11 dicembre 2014 – Constatiamo e prendiamo atto con piacere e gratitudine che, comunque, ancora oggi, malgrado la crisi esistente, esistono e resistono le fonti eccezionali della montagna quali risorse e energie immanenti alla stessa e che si possono soltanto gustare e usufruire in modo rispettoso facendo effettiva esperienza dello stare e del vivere in montagna.
di Plinio Pianta, presidente di AmAMont
La Cipra (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) invece ha approfittato dell’occasione per focalizzare ancora una volta l’attenzione sui grandi carnivori e sul loro rapporto con agricoltori, allevatori e popolazione d’alta quota. Claire Simon, direttrice della CIPRA è convinta: “La diversità biologica è la base della nostra vita. E i grandi carnivori ne fanno parte. La coesistenza richiede la disponibilità e la capacità di adattamento dell’uomo. Dobbiamo discutere: quanti grandi carnivori sono necessari dal punto di vista dell’ecologia, quanti sono socialmente compatibili e come è possibile sostenere le persone danneggiate.”
Alpe San Romerio
Specialmente chi ha fatto questa esperienza, CIOE’ DEL VIVERE IN MONTAGNA è senz’altro in grado di dare, meglio di altri, un giudizio assai oggettivo su quanto di positivo, ma anche di negativo si sta svolgendo sulle nostre montagne e alpeggi.
Per vivere e usare pur in modo rispettoso la natura della montagna, e anche per un ritorno alla stessa si deve pero’ rinunciare a progetti unilaterali, teorici e controproducenti che contrastano con la natura stessa della montagna! Fra altro, per esempio, a progetti di reintroduzione di grandi predatori sulle montagne, specie dell’arco alpino.
La stessa definizione “di re–introduzione dei grandi predatori” descrive già di per sé che tali progetti animalistici derivano da una visione artificiosa e astratta -appunto da re-introduzione- nella effettiva realtà della montagna…appunto un “revival nostalgico” e teorico che non rispetta più la vera ed esistente realtà alpina odierna!
Che una convivenza della popolazione di montagna con i relativi animali domestici con i grandi predatori/grandi carnivori non sia possibile, non è pertanto un’asserzione soggettiva di chi vive in montagna, ma purtroppo la triste realtà creata appunto artificiosamente da chi assurge a quasi paladino dei grandi predatori.
Mucca dilaniata dall’ orso M25
I fatti che ormai si susseguono a ritmo serrato con gravi conseguenze: di minacce, di attacchi e di predazioni a animali domestici (non soltanto ovini o caprini, ma nientemeno che mandrie di bovini e equini, cfr. quanto accaduto nell’ultimo anno sia in Lessinia, sia in Piemonte), ma anche con ulteriori gravissime conseguenze per attacchi all’uomo (non soltanto in Trentino-Pinzolo Docet-, ma anche in Austria: grave ferimento da parte di un orso di un contadino con la sua mandria) sono purtroppo fatti nudi e crudi e, paritempo prove evidenti e schiaccianti che una tale convivenza fra montagna/popolazione di montagna e grandi predatori, come proposta dagli animalisti rappresentati da varie associazioni, è inaccettabile.
La nostra associazione in favore della montagna, AmAMont è pienamente rispettosa nei confronti della natura e della montagna incluse la flora e la fauna appartenenti alle montagne… in ogni caso, invece, i grandi predatori reintrodotti sulle nostre montagne dimostrano, essi stessi, con un loro comportamento anomalo e artificiale, che il mondo dell’arco alpino non corrisponde a un loro habitat naturale.
Se vogliamo veramente il bene della montagna evitiamo percio’ di continuare a proporre progetti assurdi, sia perché inutili, costosi e non da ultimo ipocriti, come re-insediamenti di animali che dimostrano di non essere a loro agio sull’arco alpino!