Relazione
Gentili Soci, Amici
Grazie di essere intervenuti a questa assemblea che quest’anno si svolge in Piemonte per ragioni geografiche di rotazione nelle località alpine.
Quest’anno ci presentiamo con le due sezioni italiana e svizzera dopo la decisione condivisa di formare le due sezioni. In quell’occasione si è però deciso che l’Avv. Plinio Pianta sarebbe stato il garante delle due associazioni, una sorta di supervisore per continuare a collegare le due associazioni, ciò per evitare di perdere i contatti per lavorare e impegnarsi comunque sulle varie tematiche della montagna che sono state l’oggetto che ci ha unito per 10 anni.
Non per circostanza, ma per il merito, credo di farlo a nome di tutti, ringrazio l’Avv Plinio Pianta per l’impegno che ha profuso nel mantenerci uniti in questo lungo periodo;
grazie a lui siamo arrivati fino ad oggi, e grazie anche a tutti coloro i quali in questi anni si sono impegnati per sostenere la nostra Associazione e la cultura montanara. Per essere una piccola associazione abbiamo fatto veramente tante iniziative di spessore e molto significative per il futuro delle nostre vallate Italiane e Svizzere. Abbiamo riscontrato che ci sono argomenti che ci accomunano e ci avvicinano sempre di più, ma soprattutto noi italiani apprendiamo ed apprezziamo le politiche Svizzere sulla montagna dove la difesa dei valori tradizionali è oggetto di sostegno istituzionale che cerca di generare uno sviluppo coerente strettamente legato alle risorse ambientali, sociali e culturali.
Basta scorrere il sito di AMAMONT per rendersi conto del lavoro svolto in questi anni e le numerose iniziative intraprese (vedi allegato).
Nonostante il lavoro di AMAMONT , personalmente devo però sottolineare quali prospettive si presentano oggi nelle nostre montagne dove “è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, una crisi le cui radici sono innanzitutto culturali e antropologiche.
A lungo si è parlato di frenare lo spopolamento della montagna:
ma cosa bisogna fare oggi di fronte ad una situazione dove le vallate alpine, i villaggi in quota sono dei territori fantasma dove bisogna porre rimedio a tante problematiche che vanno dall’emergenza educativa prodotto dalla chiusura delle scuole, della chiusura delle parrocchie, l’assenza di servizi adeguati, uffici postali che apre 3 mezze giornate alla settimana, il medico sale dal fondovalle 2 o 3 ore la settimana, i nuovi sviluppi tecnologici che hanno in larga misura attenuato quando non eliminato le situazioni di svantaggio geografico e logistico che però nelle vallate non raggiungono standard di utilizzo sufficienti nonostante i forti costi di abbonamento,
cosa dire della situazione dei piccoli negozi, costretti a chiudere di fronte all’arroganza della grande distribuzione, e quale strumento può fermare il decadimento del valore economico degli immobili e delle attività di montagna. Es. oggi una casa costruita in montagna costata come nel fondovalle non ha più valore commerciale, e se un artigiano o commerciante volesse cedere la propria attività nessuno è disposto a rilevarla per i disagi e le difficoltà che si incontrano, eppure un cittadino di montagna paga le tasse in base al valore immobiliare. Inoltre non si può certo mettere in moto un processo di rinascita delle vallate alpine, con delle generazioni giovanili fatte in ampia misura di gente scoraggiata, passiva, culturalmente annichilita, disorientata, vittima dei miti del peggio dell’odierna cultura di massa,
oppure sostenere la “fusione” di Comuni con il Fondovalle con rischi di totale interesse per i territori montani, a questo riguardo alleghiamo il documento di Plinio relativo alla Svizzera .
A questo riguardo tra i vari contributi, AMAMONT ha contribuito a stendere un documento in occasione di un convegno organizzato a Sondrio che deve segnare una svolta importante che merita di venire ben compresa. Direi in estrema sintesi che in tale documento si stabilisce il nuovo primato di due criteri – chiave:
1) le terre alte sono non un problema bensì una risorsa per tutto il Paese da cui può venire un contributo molto importante all’uscita dalla crisi generale in atto;
2) le terre alte non chiedono più assistenza bensì la restituzione del loro diritto di autogoverno delle risorse di cui dispongono, e che se responsabilmente gestite bastano a garantire la loro vitalità socio-economica e quindi pure la loro capacità non solo di frenare lo spopolamento ma anzi di attrarre nuovi abitanti. Con ciò tra l’altro si va anche oltre l’art. 44 comma 2 della Costituzione, ancora legato all’idea della montagna come area svantaggiata da assistere con leggi speciali.
Tra l’altro l’esperienza conferma che lo spopolamento si estingue non solo concentrando gli sforzi sull’assistenza alla popolazione sempre più anziana che ancora abita in montagna bensì rendendo innanzitutto le terre alte attrattive per nuovi abitanti, per giovani non necessariamente discendenti da famiglie originarie delle valli.
Anche ben più di servizi assistenziali erogati a partire dal fondovalle, la vicinanza di questi giovani sarà tra l’altro di primario aiuto ai montanari anziani. Questo significa investire nella produzione di energia idroelettrica a basso costo in primo luogo per uso produttivo sul posto; per la tutela dell’agricoltura e dell’allevamento artigiani e quindi dei prodotti agro-alimentari di qualità a valenza identitaria; per la difesa del pascolo e dell’alpeggio sia dal ritorno del bosco che dal ritorno del lupo e dell’orso; per il ripristino nelle valli e nei villaggi di scuole e di attività formative di alto livello; per lo sviluppo di reti e di altri servizi telematici che rendano da questo punto di vista indifferente abitare e lavorare nelle terre alte o in pianura, nei villaggi o nelle aree metropolitane.
I Cinque punti per la riscoperta delle terre alte come risorsa per se stesse e per tutto il Paese
1. In Italia il 72 per cento del territorio è montagna o collina. Le terre alte sono dunque la regola, non l’eccezione. Pertanto riscoprirle come risorsa è conditio sine qua non per la ripresa generale dell’economia e della società del nostro Paese.
2. Per rinascere le terre alte hanno bisogno non di assistenza bensì di ricuperare il diritto alla gestione autonoma delle proprie risorse.
3. Le prime risorse sono l’identità culturale come patrimonio che ogni generazione deve riconquistare e aggiornare; sono la lingua, la memoria storica; sono l’eredità di esperienze e di valori ricevuti che ogni generazione deve conoscere per poter verificare e accogliere. Pertanto le terre alte hanno più che mai bisogno di autonomia scolastica e di libertà di insegnamento e di educazione.
4. Le terre alte hanno grandi risorse: dall’acqua e quindi alla produzione di energia pulita, al legno, al verde fertile, al paesaggio, alla possibilità di produrre alimenti di alto valore, alla qualità della vita come risorsa innanzitutto per chi vi risiede ma poi anche come servizio ai turisti. Per valorizzarle devono ricuperare la responsabilità e quindi il controllo di tali risorse, che è stato loro progressivamente sottratto.
5 . Per tutto questo le terre alte non hanno bisogno di una legislazione speciale, ovvero di eccezione rispetto a una legislazione “normale” che sarebbe quella ispirata alle “normali” esigenze della pianura e delle aree metropolitane. Hanno piuttosto diritto a una legislazione specifica in ogni campo: da quello delle istituzioni a quello dell’economia e dei servizi. Questo implica in primo luogo una verifica minuta della normativa volta a rilevare tutte quelle prescrizioni tanto legislative quanto amministrative che si risolvono in svantaggi ingiustificati per chi vive e lavora nelle terre alte.
2016 INIZIATIVE REALIZZATE
- 7 Maggio 2016 Iniziativa per la difesa del bitto storico
- Giugno Partecipazione Evento c’è una valle
- Giugno Evento AMAMONT Il Cammino dei Bergamini
- Preparazione Progetto Interreg Erbe alpine
- Incontro al passo del Maloia con delegazione Svizzera
- Iscrizione albo Regionale delle Associazioni
PROMEMORIA ATTIVITA’ AMAMONT
SETTEMBRE 2007 Seminari Li Piani con Ruralpini
Assemblee AMAMONT 2008-20016
1- Gennaio 20018 SONDRIO, Assemblea costitutiva
2-Aprile 2008 Porlezza
3-Maggio 2009 Poschiavo-Produzioni locali a rischio, specie prodotti alpeggio
4-Aprile 2010 Breno Montagna e Biodiversità
5-Aprile 2011 – Curzùtt/Ticino, Collaborazione Istituzionale vantaggi per la montagna, NPR Nuova Politica Regionale
6-Aprile 2012-Vilminore Val di Scalve (BG) Ricambio genrazionale agricoltori di montagna, multifunzionalità dell’alpeggio e formazione
7-Aprile 2013-Soazza Val Mesolcina, la Montagna aspetti positivi (bellezza, ricchezza, risorse), aspetti negativi – pericoli caustati dall’uomo e mincacce naturali
8-Aprile 2014-Esempio di ottima produzione casearia: il formaggio Bitto e relativa Associazione di produttori
9-Agosto 2014 Assemblea straordinaria – Erbezzo Proposta di ristrutturazione AMAMONT – Convegno Vita e ruolo della popolazione alpina.
Aprile 2015- Sondrio Centro Studi Fojanini Ristrutturazione AMAMONT. Creazione di due Associazioni Italiana e Svizzera
Aprile 2016-Brusio CH Assemblea – Montagna, natura, paesaggio e cultura sono i tasselli fondamentali che fungono da collante per trasformare le difficili realtà ruralpine in opportunità.
PRINCIPALI EVENTI AMAMONT
2008-Carcoforo Alta Val Sesia
Alpe S.Romeriao Valposchiavo CH
2009 – Alpe Grüm Valposchiavo (soci Vitali)
2010 – Alpe Montalon Trentino (soci Zanetti)
2011 – Alpe Val Gabbia (Valcamonica (socio Spagnoli)
2012 – Alpe Val di Peccia (Valle lavizzara Ticino (socio Mattei)
2013 – Prealpi Piemontesi Val Maira, (soci Alifredi Allocco)
2014 – Prealpi di Erbezzo Lessinia, (soci Menegazzi, Massella)
2015 – Alpspeketakel Ritorno dall’Alpe – Prettigovia (socio Calcagnini)
2016 – Giugno IL Cammino Dei Bergami
2016 – Maggio Iniziativa per la difesa del Bitto Storico con raccolta adesioni di 30 Associazioni
2016 – Giugno, petizione per le regioni di montagna
2017 – Febbraio Marzo Incontro Italia Svizzera a Chiavenna
2017 – Marzo Convegno -Cooperazione, Coproduzione, Corresponsabilità:
Le tre C della nuova agricoltura sociale Sala Museo Civico di Morbegno