Sabato 8 novembre 2014 presso il Palazzetto dello sport Palalinte si svolgeva l’assemblea straordinaria AmAMont che prendeva posizione sulla questione grandi predatori adottando le linea guida della dichiarazione di Poschiavo del convegno del 29.03.2014:
Dichiarazione di Poschiavo per una montagna e una campagna europee libere dai grandi predatori
Riuniti a Poschiavo / Le Prese su invito e per iniziativa dell’Associazione per un Territorio Senza Grandi Predatori, ATsenzaGP, i sottoscritti pastori, alpigiani, esperti della società e dell’economia delle terre alte, abitanti e frequentatori delle Alpi e delle campagne europee preoccupati per il ritorno incontrollato sulle Alpi dei grandi predatori che allunga ombre sul futuro della montagna non solo come meta sportiva e turistica ma innanzitutto come luogo di vita e di lavoro per chi sulla montagna vive e lavora da sempre.
Prendendo esempio dalla presa di posizione di AmaMont (Associazione Amici degli Alpeggi e della Montagna dell’Arco alpino europeo) con la sua lettera al Governo del Cantone dei Grigioni del 6 agosto 2012, e confortati nel vedere come ad analoghe conclusioni siano recentemente giunte le più grandi organizzazioni di promozione e di rappresentanza del mondo alpestre e rurale europeo, e in particolare:
- il Gruppo Svizzero per le Regioni di Montagna, SAB, con il suo documento di base sul lupo dello scorso 21 febbraio,
- La Confederazione nazionale dei Coltivatori Diretti, Coldiretti (Italia), con il suo comunicato dal titolo “Manifesto grandi carnivori, l’Ue dimentica l’agricoltura” dello scorso 27 febbraio
- La Confédération paysanne, la Coordination Rurale, la Fédération Nationale Ovine, la FNSEA, les Jeunes Agriculteurs, Eleveurs et Montagnes et des associations françaises de protection du pastoralisme e altre associazioni che nel loro insieme rappresentano in Francia tutto il mondo della pastorizia e dell’allevamento, con il loro comunicato congiunto dello scorso 5 marzo
Dichiarano che:
diversamente da quando vennero siglati accordi internazionali e stabilite politiche di protezione con l’intento di evitare l’estinzione dei grandi carnivori europei, oggi a rischio di estinzione in Europa non sono più i lupi, gli orsi e le linci bensì i pastori e gli allevatori di montagna;
il ritorno indiscriminato del lupo come pure dell’orso e di altri grandi predatori sulle montagne e nella campagne europee è incompatibile con la presenza dell’uomo, e quindi pregiudica il presente e il futuro delle popolazioni che vi abitano e vi lavorano, nonché la funzione turistica di tali territori da parte delle popolazioni urbane;
l’imposizione per legge e con politiche pubbliche – a prescindere dalla volontà delle popolazioni direttamente coinvolte — della vicinanza tra grandi carnivori e abitanti delle terre alte oggi, e domani anche delle campagne di pianura, è un’iniziativa autoritaria presa dagli Stati e dall’Unione Europea sulla testa delle popolazioni interessate. Un’iniziativa presa sotto la pressione di sentimenti non a caso diffusi soltanto tra gli abitanti delle grandi aree urbanizzate che non possono perciò avere adeguata esperienza e che non hanno adeguata informazione sulla realtà della compresenza di uomini e grandi carnivori sul medesimo territorio. Un’iniziativa che, nella misura in cui avesse successo, equivarrebbe a un decreto di espulsione della gente delle Alpi e delle altre terre alte dalle sue sedi ancestrali.
chiedono pertanto fermamente che:
- si stabilisca il principio che i problemi derivanti ad ogni livello dalla prossimità tra fauna selvatica, vita umana e attività agro-pastorali vengano d’ora in avanti affrontati non come corollari all’interno di programmi di protezione della fauna selvatica stessa bensì ab origine in sede politica, e con l’inderogabile partecipazione di rappresentanze delle popolazioni e delle categorie direttamente interessate, dei pastori, degli allevatori nonché di esperti di loro
- la Convenzione di Berna per la protezione grandi predatori, particolarmente del lupo e dell’orso venga rinegoziata, in particolare l’ar 22 della Convenzione affinché gli Stati firmatari possano modificare a loro volontà le relative riserve delle specie protette dalla Convenzione e con ciò adottare la normativa alla reale dinamica della specie;
- il Manifesto sui Grandi Carnivori della Commissione dell’Ue attualmente in consultazione venga ritirato e un suo nuovo testo venga redatto con l’attivo contributo di esperti indicati dalle organizzazioni dei contadini, degli allevatori e dei cacciatori;
- la congruità in genere della vigente legislazione e delle vigenti politiche pubbliche ambientali ad ogni livello venga verificata con l’attivo contributo di esperti indicati dalle organizzazioni dei contadini, degli allevatori e dei cacciatori;
- gli Stati si assumano l’intera responsabilità dell’introduzione dei grandi predatori sull’arco alpino, con tutti gli effetti collaterali derivanti, senza pretendere di appellarsi, come accade in Svizzera, a un principio del diritto romano oggi superato: quello secondo cui i grandi predatori viventi sarebbero “res nullius”• . Nella condizione moderna infatti, la fauna selvatica sussiste soltanto perché protetta e gestita dagli Stati, che quindi ne sono detentori responsabili a norma dei codici di diritto civile non meno di quanto analogamente sono responsabili per ciò che li concerne i detentori di animali domestici
- non si consideri come risolutiva la formula dell’indennizzo a mezzo di assicurazioni dei danni causati dalle predazioni dei carnivori poiché con tale formula in primo luogo restano scoperti i danni indiretti, spesso più gravi di quelli diretti; e in secondo luogo la responsabilità civile in materia dell’Unione Europea (nel caso dei Paesi che ne fanno parte), dello Stato e degli altri enti di governo del territorio eventualmente coinvolti diventano de facto
Poschiavo (Grigioni, Svizzera), 29 marzo 2014
Firmatari sono le seguenti associazioni: