Le piccole e medie aziende agricole di montagna: tra “razionalizzazione” e un futuro senza petrolio
Buongiorno a tutti!
Innanzitutto mi scuso per non aver (di nuovo) potuto partecipare personalmente ai lavori di AmAmont, ma una bronchite mi tiene bloccata in casa.
La politica agricola tende oggi, in generale, a sostenere una “razionalizzazione” del ramo, con aziende sempre più grandi e, a suo parere, più efficienti.
Anche nella nuova PA 2014-17 si parla di efficienza, misurandola però solo in base al reddito ottenuto per sforzo lavorativo. Tuttavia, in un futuro neanche poi tanto lontano (si parla di una cinquantina d’anni), con la carenza di petrolio tutto ciò potrebbe radicalmente cambiare. Già oggi consumiamo più petrolio di quanto non se ne scopra di nuovo. L’agricoltura odierna produce all’ettaro molto più di un tempo, con molto meno addetti al settore, ma è completamente dipendente dai carburanti fossili. Che succederà quando il costo del petrolio salirà alle stelle?
A quel momento (ma forse è meglio che cominciamo a farlo già sin d’ora) si dovrà ripensare completamente il primario. Certo, si potrà cercare di utilizzare fonti energetiche alternative ma ritengo che, soprattutto, sarà necessario reinventare l’agricoltura. E’ difficile adesso dire come, fare proposte concrete. Tuttavia mi piace pensare che a quel momento le piccole e medie aziende (che saranno sopravvissute…) troveranno la loro rivincita. Per queste imprese ancorate nelle realtà locali sarà infatti probabilmente molto più facile staccarsi dalla dipendenza dal petrolio, con creatività e fantasia.
Le piccole aziende agricole biologiche di montagna dell’associazione Bergheimat Svizzera, che ho il privilegio di presiedere, lo stanno già facendo adesso. La nostra associazione conta ca. 1200 membri provenienti da tutta la Svizzera, di cui 300 aziende agricole e 900 non agricoltori. Questi ultimi, con la tassa di socio, donazioni e prestiti senza interesse ci mettono a disposizione i fondi per aiutare le aziende a realizzare i loro progetti, i loro sogni. La maggior parte di questo denaro viene utilizzato per gestire un fondo di rotazione di prestiti senza interesse: oggi mi serve denaro, nel corso dei prossimi anni, quando il mio progetto darà i suoi frutti, lo renderò e potrà servire al prossimo.
I prestiti vanno di norma fino ad un massimo di 50’000 franchi.
Ci occupiamo quindi di una “fascia finanziaria” che oggi è snobbata dalle banche, persino da quelle che un tempo si vantavano di sostenere l’economia regionale (come la Raiffeisen). Per prestiti fino a 20’000 franchi, inoltre, l’associazione non richiede garanzie. Possiamo permettercelo poiché conosciamo personalmente ogni richiedente e la situazione della sua azienda. Abbiamo infatti suddiviso la Svizzera in sette regioni, per ognuna delle quali abbiamo uno o più responsabili regionali, che visitano ogni azienda che aderisce all’associazione. In caso di richiesta di un prestito, il responsabile regionale approfondisce la questione con il richiedente, sulla base di un formulario che contiene tutti i dati sulla sua situazione finanziaria. La concessione del credito avviene in seno al comitato, di cui fanno parte tutti i responsabili regionali, con la consulenza della nostra esperta cassiera e della segretaria centrale. Con questo sistema, negli oltre 35 anni di vita dell’associazione e con un giro, attualmente, di quasi 3 milioni di franchi, abbiamo perso solo poche migliaia di franchi.
Il sistema dei responsabili regionali (in tedesco si chiamano “Regionalbetreuer”, cioè qualcosa come “assistenti, curatori regionali”) ci permette inoltre di accorgerci di eventuali necessità, a volte urgenti, che non sempre i singoli osano segnalare. Il sistema assume quindi anche una valenza sociale e umana spesso dimenticata a livello di leggi e politiche agricole. Durante l’esame delle richieste possiamo ripetutamente constatare con piacere quanto entusiasmo realista, quanta energia creativa ci sia in molte persone di queste piccole realtà. Ritengo che il futuro dell’agricoltura stia in questa creatività con i piedi per terra, in questa sana fantasia. Ora si tratta “solo” di fare in modo che queste realtà non scompaiano prima che avvenga la svolta…
Sala Capriasca, 2.4.2011
Chiara Solari, presidente Bergheimat Svizzera